Non sono un papà separato quindi non so cosa si prova a vivere questa condizione anche se so per certo che sarebbe veramente difficile accettare e vivere serenamente sapendo di non poter fare il bagnetto a Edo tutte le sere, non poter litigare con lui, giocare, cenare, andare in giro in bici e tutto il resto naturalmente. Per questo sono rimasto colpito da un intervista di un portiere di calcio di una squadra di Serie A che esternava la sua gioia non per la partita vinta, ma bensì era felice di aver giocato bene perché questo gli permetteva di essere intervistato da Sky e in questo modo poteva lanciare un messaggio ai suoi bambini che non vede e sente da tempo.

«Sono contento di essere stato il migliore in campo così ho la possibilità di dedicare le mie parate ai miei due figli che non vedo da troppo tempo e non per colpa mia».

Magari tra un po’ si scoprirà che il portiere in questione ne ha combinate tante per “costringere” la ex-moglie a questo comportamento, ma in questo momento in quelle parole ci leggo solamente la voglia e il desiderio di un papà di poter sentire e vedere i suoi due bambini. Chiede tanto?

Nessun facile moralismo e nessuna intenzione da parte mia di aprire una disputa sul fatto che sia giusto o meno che i figli di coppie separate vengano sempre affidati (o quasi sempre) alle madri. Solo una constatazione di un dato di fatto e della solitudine di quei papà che devono vivere questa situazione.

Leggendo in giro una volta ho trovato questa testimonianza di un padre, la riporto così com’è:

«“Papà mio …”
Adoro questa frase e tutto ciò che essa rappresenta nella vita di un uomo …..
Nell’abbraccio stretto stretto di mio figlio, delle due bambine, spesso ho trovato
tutto ciò che ho chiesto a Dio … alla vita ma,
non posso più dimenticare però quel profondo dolore che ti spacca in due il cuore
….
quando per cambiare la mia vita si sono ritrovati cambiare anche la loro … e in
quell’abbraccio che non è stato l’ultimo, ma è come se lo fosse stato, le loro lacrime
scorrevano sul mio viso lasciando una traccia indelebile … per tutta la vita sentirò
quel freddo scorrere della disperazione ….
E nel silenzio più totale … fissavano quella valigia dietro la porta di casa …. e a un
certo punto: “Non sai più che dire … che fare …. È ancora presto per loro per
capire … sono piccoli … un giorno capiranno …”
… mille baci e … la stretta di quella manina … che non si stacca …..
Cercai di rassicurarli che nulla cambierà tra me e loro ma…. nel tuo cuore sai che
invece tante cose cambieranno …. dalla stanza accanto non sentirò più la loro voce
che mi chiamano perché hanno male al pancino ……
Ho aperto quella porta e quando si è chiusa alle mie spalle … fuori l’aria era
irrespirabile …. I passi era così pesanti da non sapere più dove andare ….
Senza i miei bambini …..
Mi giro e mi rigiro .. mi alzo…
Un caffè alle tre di mattina e … nel cuore della notte in silenzio piango forte ….
Un padre a part-time è desolante …. Ed ancora peggio quando quell’uomo
giudicante da dietro una scrivania ti impone tempi e modalità sul tuo ruolo di
padre….
Cerco di dimenticare quei momenti che come un ladro li spiavo da lontano per
riuscire ad intravedere un piccolo sorriso …….. per fortuna che oggi tutto è diverso

Oggi hanno i loro amori e amorini ….
Oggi forse hanno capito le mie scelte … già le mie scelte!
Mahatma Gandhi scrisse «Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. E’
bene che una volta ogni tanto si brucino le dita.», ma quando invece sono i genitori
a bruciarsi le dita?»