Lunedì Edo ha ripreso, dopo una settimana di cure nonnesche causa bronchite, la sua vita in società ritornando all’asilo e l’esperienza è stata devastante: ci siamo ritrovati in una situazione ben peggiore dell’inserimento di ormai vecchia data. Nemmeno il tempo di partire da casa che in macchina iniziava a chiedere di nonno Ico e man mano che ci si avvicinava all’asilo (il tragitto è breve) il suo faccino si trasfigurava, da piccoli lamenti si parcheggiava con Edo in lacrime grondanti.

Le prime tre mattine la mamma è uscita con le lacrime lasciandolo in quello stato, ieri sono entrato anch’io (più che altro per supporto alla mamma), mentre stamattina l’ho accompagnato da solo (ce la siamo vista tra ometti): la disperazione è iniziata solo dentro ma il risultato è stato lo stesso, l’ho lasciato in braccio alla maestra Ilaria in lacrime. Voglio essere più positivo della mamma e pensare che la disperazione con cui lo lasciamo all’asilo svanisca velocemente e che anche oggi lo si possa prendere dopo pranzo tutto sorridente come ieri che è scoccato l’amore con Beatrice e soprattutto ha raccontato tutto contento di aver mangiato ben due piatti di cu-cù (cous cous).

E’ una situazione a cui non eravamo pronti, anche perché non riusciamo a capire il motivo di questo momento di crisi e di rifiuto dell’asilo (almeno iniziale, così sembra!) e come succede sempre più che il problema in sé è la non conoscenza di quello che sta provando in questo momento che ci fa stare male: manifesta un disagio che non riusciamo a capire e a cogliere e la cosa oltre che dolorosa è frustrante.

Speriamo passi in fretta, che sia solo una crisi passeggera e che non ci sia nulla di cui doverci preoccupare…