Adesso è ufficiale, nero su bianco, carta canta ed Edo perde:

“Cari genitori, con immenso rammarico, e solo dopo aver tentato ogni strada alternativa per arrivare ad una diversa soluzione, Vi comunichiamo che l’asilo nido di xxx in via yyy non proseguirà il prossimo anno educativo e che pertanto il servizio si concluderà definitivamente il 31 luglio 2012.
Do…. resta a Vostra disposizione per chiarimenti e Vi ringrazia infinitamente per la fiducia accordata in questi anni.
Auguriamo ai Vostri splendidi bambini un futuro ricco di salute, gioia, serenità e continue scoperte.”

Hai voglia a dire alla mamma che non fa nulla, che non si piange per queste cose, che ci sono cose ben peggiori di queste, ma io fino a 5 minuti fa ero convinto che la situazione virasse per il meglio, che le parti, tutte le parti trovassero una soluzione e invece no. Ho preso una cantonata micidiale.

Mi devo preoccupare? Spero proprio di no, ma ci hanno sempre detto che la cosa fondamentale è dare stabilità, continuità, la ripetizione delle azioni che per un grande porta alla noia, sono invece importanti per un bimbo. Ma voglio pensare che il cambiamento che dovrà affrontare a Settembre sia più difficile per noi che per lui, che la sua risata contagiosa, la sua allegria, il suo non essere mai musone siano i presupposti per un un inizio di anno sicuramente diverso, ma non difficile. Lo spero.

Poi ripenso a questa mattina nel tragitto casa asilo, quasi mi commuovo nel vederlo sfrecciare (la prima volta dopo il lungo inverno) con il suo monopattino, mi è sembrato grande, autonomo, ma nello stesso tempo ancora bimbo quando si è fermato a salutare alcuni muratori sul camion e facendo notare a un operatore ecologico:

“ma il tuo vestito giallo è sporco!”*

Da leggere ascoltando De Gregori in “Pane e castagne”

*me la sono cavata con una risata di circostanza