Photo by Edo

Il posto scelto per la sua prima partita allo stadio non è stato sicuramente il migliore che potessi prendere, prima fila secondo anello arancio, visione campo stile carcere, ma era comodo visto che per gli under 7 non viene riservato il posto (naturalmente l’ingresso è gratis) e quindi stando con me in braccio non avevamo nessuno davanti. Per Edo alla sua prima questo particolare non ha dato fastidio e ha potuto dare sfogo a tutte le sue domande: è stato come ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto” alla radio senza sosta. Una domanda dietro l’altra e appena mi distraevo nel dargli le risposte lui la ripeteva e non si passava alla successiva fino a risposta ottenuta. Ogni tanto le domande si ripetevano uguali, ma non ci facevo caso e cercavo sempre di essere attento.

Lo Stadio per un bimbo di 4 anni (quasi mezzo) è davvero una scuola di vita, si impara di tutto e il livello non è certo oxofordiano nei commenti e nei comportamenti. Ma quello va messo in conto (a me è capitato di uscire una sera dallo Stadio completamente fatto grazie a due cannaioli davanti, si erano fumati l’impossibile ed io che non ho mai acceso una sigaretta mi sono rifatto con gli interessi!).

Cosa gli è rimasto impresso più di tutto? Le scarpe arancioni di alcuni giocatori del Milan.

Sono contento che alla fine gli sia piaciuta l’esperienza Stadio (“papà quando andiamo a vedere Milan-Parma?” – perchè poi proprio Milan-Parma sinceramente non lo so!), io mi sono goduto invece mio figlio in un ambiente completamente nuovo, mi sono goduto mio figlio sorpreso, divertito, attento e guardando lui mi sono rivisto piccolo anch’io.

Papà e figlio insieme alla Stadio sarà un piccolo viaggio che ripeteremo in attesa di aggiungere anche Vick alla combriccola.

Da leggere ascoltando Phil Collins in “(love is like) heat wave”

PS: per quanto milanista, per quanto tifoso, il libro “Io, Ibra” non riesco a terminarlo.