Con questo film entriamo nella storia, ma che dico nell’Olimpo del cinema, un capolavoro di Sergio Leone che insieme alle musiche di Ennio Morricone (indimenticabili, eterne, sublimi) ha creato una trilogia di cui questo è per me l’asso piglia tutto. Stiamo parlando di spaghetti western, ma spaghetti sublimi, cucinati da uno chef speciale che ha saputo creare un genere unico nonostante tutti gli western americani.

Il film completa la trilogia cosiddetta del dollaro e all’epoca valevano parecchio: “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più”. Ecco la presentazione dei tre:

Il buono: Biondo/Clint Eastwood
Il brutto: Tuco/Eli Wallach
Il cattivo: Sentenza/Lee Van Cleef

Diciamo subito che molta parte del gran successo di questo film che completa la trilogia è dovuta anche alla presenza di Clint, l’attore sempre considerato ingiustamente con solo due espressioni: con o senza sigaro in bocca! Non è così, Clint è fantastico e la sua lunghissima carriera lo dimostra sia davanti che dietro la cinepresa (come dicono quelli che si intendono di cinema).  Delle musiche di Morricone ho accennato, anche in questo caso chi non ha mai fischiettato almeno una volta le sue musiche: qui lo potete vedere dirigere “L’estasi dell’oro”.

Per il resto la trama la potete leggere su wikipedia (ma mi chiedo chi non ha mai visto almeno una volta questo film?), per il resto vi dico solo: “Heyyy Biondooo… Lo sai di chi sei figlio tuuu? Sei il figlio di una grandissima puttaaaa…”

Questo post partecipa alla rubrica BUIO IN SALA, mercoledì cinematografico di Mamma F & Mamma C di Nati per delinquere. Grazie.