Care Nate, oggi parlo di un film un po’ particolare, un film che ha vinto il SUNDANCE Film Festival 2010 nella categoria Documentari, un film che racconta la vita “del miglior pilota di tutti i tempi” (Niki Lauda): Ayrton Senna Da Silva.

Senna Di lui Ron Dennis, all’epoca a capo della Mclaren disse mentre Senna stava per tagliare uno dei suoi tanti traguardi sotto la bandiera a scacchi: “simply the best”. In queste poche parole c’era tutto l’essere Ayrton, pilota e uomo.

All’epoca guardavo la Formula1 solo per Ayrton e il Gran Premio per me finiva con lui, il più delle volte sotto la bandiera a scacchi altrimenti spegnevo il televisore: non aveva senso continuare a guardare quella gara se in pista non c’era più Senna. E tifavo Senna anche se non correva con la Ferrari, per me era una cosa normale perché facevo il tifo per il pilota Ayrton, non per la Mclaren e contro la Ferrari.

E non è strano come anche in quel pomeriggio del 1° Maggio del 1994, dopo l’incidente nel GP di Imola, spensi la tv, non avrei potuto assistere in diretta alla fine di quello che per era già un mito. In quello che fu un tragico week-end, il sabato durante le prove ufficiali ci fu l’incidente mortale di un pilota austriaco Roland Ratzenberger che scosse molto Senna a tal punto da fargli pensare di non correre quella gara. Ma la domenica pomeriggio si presentò in pista. Dopo il tragico incidente, tutti i circuiti di Formula 1 furono oggetto di controlli e successive revisioni dei tracciati, ove necessarie, per garantire maggior sicurezza ai piloti. Furono anche prese misure, sia immediate che di lungo periodo, per aumentare la sicurezza delle vetture e diminuirne le velocità. Da quel lontano 1994 non ci sono stati più incidenti mortali in Formula Uno, senza la morte di Senna non si sarebbe mai affrontato con la giusta attenzione il discorso sicurezza sulle piste; è brutale dirlo ma il solo incidente mortale del pilota austriaco non avrebbe cambiato nulla in F1.

Il film racconta gli anni degli inizi sui kart (a proposito domani sera si va ancora a girare sui kart, ma su un circuito all’aperto sperando di non avere gli stessi problemi dell’ultima volta) e quelli della Formula Uno di Ayrton, la sua straordinaria carriera, la sua crescita sportiva e spirituale (« Mi ferisce che si dica che credo di essere imbattibile a causa della mia fede in Dio. Ciò che voglio dire è che Dio mi dà la forza e inoltre che la vita è un dono che Dio ci ha dato e noi siamo obbligati a mantenerlo con cura.»), la continua ricerca della perfezione e la trasformazione da giovane promessa dal talento innato, esploso in F1 nel 1984, a mito.

Il trailer del film:

“Voglio vincere sempre. E sognare è necessario”
(Ayrton Senna)

Da leggere ascoltando Lucio Dalla in “Ayton”

Questo post partecipa alla rubrica BUIO IN SALA, mercoledì cinematografico di Mamma F & Mamma C di Nati per delinquere. Grazie e buona visione.