“Sono state quattro le scosse di terremoto che hanno interessato ieri sera l’Italia settentrionale, dalla Lombardia all’Emilia, al Veneto, al Trentino. La prima, di magnitudo 3,1 registrata intorno alle 20.22, con profondità di poco più di un chilometro, ha avuto epicentro nella pianura padana lombarda. Otto minuti più tardi, alle 20.30, vi è stata una forte scossa, di magnitudo 4,7, nella pianura padana veneta.” (ansa.it)

Ieri sera per la prima volta mi sono preoccupato. Punto. Senza se né ma. Quando è capitato altre volte ho sempre bollato la mamma come troppo apprensiva, minimizzavo sempre e poi sono diventato un fatalista: se deve essere sarà, non sarò certo io in grado di evitare una scossa di terremoto o qualsiasi altro evento o catastrofe naturale.

Invece ieri sera mentre io ed Edo finivamo di cenare (la mamma era in camera), ho sentito quel leggero movimento, ho avvertito un giramento di testa, è stato un attimo e il primo pensiero è andato proprio al mio bimbo seduto lì vicino, intento a mangiucchiarsi la pera. Per la prima volta una leggera scossa di terremoto mi ha toccato e non per quello che effettivamente è successo, ma per quello che poteva essere. E’ stato un momento, ma questa volta il pensiero di Edo e dell’innominato dentro la pancia della mamma mi ha lasciato dentro un senso di preoccupazione e di ansia che non pensavo di avere e che quei tremuli secondi hanno fatto riaffiorare in un attimo.

“Viviamo eternamente in quella parte di noi, che abbiamo donato agli altri.” (Salvador Allende)

Da leggere ascoltando De Gregori in “Cardiologia”