Oggi al posto della solita barbosa giornata in ufficio sono andato insieme a un mio collega in casa Cisco a Vimercate, ci aspettava un ingegnere, Camillo Reds, per fare un training di 2 giorni (oggi e lunedì) su un prodotto dal nome ACE (che non è l’acronimo di Arancia, Carota e Limone, ma bensi di Application Control Engine, in breve un load-balancer). Comunque lasciando da parte il motivo del training la cosa spettacolare è stata partecipare alla telepresence: collegati da Roma c’erano altri nostri colleghi e il tutto si svolgeva non come le banalissime video conference, in cui vedi dei minuscoli ominidi nello schermo del televisore, ma con la telepresence: “Le immagini di dimensioni reali, la resa video elevatissima (1080p) e un sistema audio direzionale creano “una sala nella sala”, che permette agli utenti di sentirsi allo stesso tavolo con persone lontane migliaia di chilometri. Ogni espressione, ogni gesto, sono chiaramente visibili, anche tra persone distanti migliaia di chilometri.

Proprio quest’ultimo aspetto non ti permette tutte quelle divagazioni che solitamente si fanno durante una videoconf tradizionale soprattutto durante quelle pallosissime riunioni in cui vorresti essere da tutt’altra parte e inizi a programmarti l’week-end o addirittura le vacanze estive; per iniziare il proiettore non sempre ti inquadra e se sei così sfigato di far parte dell’inquadratura non si capisce mai cosa stai realmente facendo (se stai prendendo appunti oppure se stai giocando a battaglia navale con il collega di fianco, se stai sbadigliando oppure semplicemente sei già nel mondo dei sogni) e poi anche l’audio fa abbastanza schifo per cui i commenti in sottofondo non si sentono mai. Con la telepresence sembra di essere tutti nella stessa stanza per cui tutto questo non è possibile, niente più spazzacamino alla ricerca di trofei nel naso oppure mignolini che scavano dentro i padiglioni auricolari a scovare resti di una civiltà ormai defunta (tutto questo è concesso solo se sei l’amministratore delegato), quindi i nostri commenti alle domande davvero curiose (per usare un eufemismo!) di uno dei due colleghi di Roma (conosciuto solo via mail e mai nemmeno sentito per telefono), una vera e propria sagoma, sono stati rimandati durante il tragitto di ritorno verso casa, ci avrebbero sgamati immediatamente!!!

Immaginatevi 3 mega televisori che formano un semiciclo insieme alla scrivania dove si è seduti in modo da dare esattamente l’idea di essere tutti intorno a un tavolo circolare: davvero spettacolare e… anche il collega conosciuto così bene grazie alla telepresence!!! 😉