Ambiente raffinato senza risultare snob dai colori tenui, fatto di tavoli preparati con cura e con la cura dei particolari compreso il lume di candela che non dava fastidio, un’accoglienza d’altri tempi con i cappotti affidati nelle mani del giovane cameriere e riposti nell’armadio, la conoscenza dello chef Remo, della sua voglia di farci entrare nello spirito della sua idea di cucina che cerca di adattarsi a tutti ai clienti ma senza per questo perdere la sua originalità e il suo desiderio di stupire a iniziare dal menù che non c’è, bisogna avere fiducia e affidarsi alle mani sapienti dello chef che ha saputo conquistarci e deliziarci dall’antipasto al dolce.

Siamo stati così conquistati che anche la mamma si è fidata e si è gustata la nostra cena al lume di candela a base di pesce a iniziare dal carpaccio di tonno e aceto balsamico con sale grosso dell’Atlantico, alla deliziosa zuppa di cozze di Arborea e ceci francesi piccoli con pomodori Pachino, come non ricordare gli spaghetti a base di ricci finendo con una spigola al forno su un letto di pane (così particolare da non ricordare il nome) e germogli di soia. Ci sarebbe da ricordare anche il dolce e l’ammazza caffè “Brodo di giuggiole”, ma mi fermo qui.

Non bisogna avere fretta, tutti i piatti sono preparati al momento, anche se noi un po’ di fretta ce l’avevamo, dovevamo recuperare il nostro campione dai nonni che quando ci ha visto ha esclamato: “andiamo a casa a fare la pappa?” (povero cucciolo era un po’ sfasato con gli orari!)

La scelta per festeggiare il compleanno della mamma alla fine è stata ottima e se siete in zona, fateci un salto, Il Vicolo merita davvero!

Da leggere ascoltando Mario Biondi in “Love Dreamer”