Oggi è stata dura, è stato difficile per la mamma salutare Edo mentre stava giocando con la pasta cruda che ha cercato di mangiare travasandola da un vaso a un altro perchè ha immediatamente realizzato e la temuta crisi di pianto c’è stata; la mamma è stata bravissima, non ha avuti tentennamenti davanti al topo, ma appena fuori mi ha immediatamento chiamato e non è più riuscita a trattenere le sue lacrime. Ha aspettato diligentemente fuori (perchè in questi primi 2 giorni ha preso l’abitudine di andare in giro per l’asilo) un quarto d’ora e poi ha suonato, Edo si era tranquillizato un po’ e così il distacco si è prolungato di altri 15 minuti. Dopo questi lunghissimi 30 minuti la mamma è rientrata a riabbracciare il topo che in quel momento si stava facendo consolare dalla maestra Ilaria. Le hanno ripetuto che come prima volta è andata bene e soprattutto il fatto che sia andato dalla maestra a chiedere consolazione è un buon segno, è importante che riconosca già la figura della maestra, che conosce da così poco, come una persona di cui fidarsi, ma tutto questo non ha reso questo terzo giorno d’inserimento meno traumatico e doloroso per la mamma.

Adesso ci aspetta un week-end in cui coccolarci Edo cercando di non pensare che lunedì si ricomincia da capo.

Sto vivendo questo inserimento di riflesso, un po’ come la gravidanza e quindi non riesco a capire completamente i sentimenti della mamma che vedo sofferente con il pensiero sempre all’asilo. Il senso di abbandono e soprattutto il senso di colpa della mamma non riesco a farli miei non solo perchè non sto vivendo l’inserimento in prima persona, credo comunque sia giusto così perchè c’è un rapporto particolare e unico che si instaura tra mamma e bimbo già da primi giorni da cui noi papà siamo esclusi.