Continuo a chiedermi se quello che sto facendo è giusto, se mi sto comportando bene come un figlio dovrebbe fare; ho il dubbio di essere in difetto e di non fare tutto quello che dovrei fare per mia mamma (bastasse quello che lei ha fatto per me per 35 anni).

L’ho assistita un paio di notti ed è stata dura, ma non fisicamente soprattutto mentalmente: non ce la faccio proprio a vedere una donna come mia mamma, che ha lottato contro mille disavventure (e usare questa parola è un eufemismo) e si è sempre rialzata nonostante tutto il dolore e le sofferenze degli ultimi 10 anni, ridotta nello stato in cui è adesso.

In questo momento darei e farei qualsiasi cosa per non vederla soffrire così. In questo ultimo mese ho sempre pensato a mia mamma anche come l’ultimo legame con la mia famiglia, quel legame di sangue che c’è solo tra genitori e figli e tra fratelli e il pensiero che con mia mamma io mi ritrovi senza più quei legami (per fortuna adesso c’è il mio Edo) mi fa soffrire terribilmente.*

*pensieri ritrovati datati 17/07/08. Tredici giorni dopo  ritrovandomi in casa dei miei genitori scrissi questo messaggio a mia moglie: “questa casa è diventata una casa di fantasmi!”. Da quel giorno io non ero più figlio se non nei ricordi e nel mio cuore.