E’ da un po’ che questo post mi frulla in testa e se aspetto l’ispirazione sto fresco, quindi lo scrivo così come viene. Piccola premessa: si può provare invidia per la compagna-fidanzata-moglie (vale anche il contrario, of course)? Più in generale è un male provare invidia? In un raporto a due i motivi possono essere svariati, l’importante è che questo sentimento non porti a un conflitto tale da degenerare, alla lunga la situazione sarebbe irrecuperabile. Si può provare invidia per l’eterno tema dei soldi, per i figli, per interessi personali, per hobbies, per non parlare anche delle amicizie, soprattutto quando sono dell’altro sesso, e ognuno di noi sono sicuro ha un motivo per provare a volte questo sentimento. Ma anche no, sia chiaro. Qui finisce la premessa.
Mi manca non aver più una famiglia, quella famiglia che mi ha fatto nascere, crescere e diventare quello che ora sono e molte volte questa mancanza, quasi un dolore fisico come un pugno nello stomaco, si presenta soprattutto nella quotidianità. La quotidianità di una telefonata per sapere semplicemente come va oppure per raccontare come sta il bimbo, nella normalità di una richiesta di consigli per scelte più o meno importanti, nella voglia di condividere i momenti belli e potersi sfogare in tranquillità quando c’è qualche dissidio in casa, nella possibilità ogni tanto di delegare qualche commissione.
Questi momenti li vivo dentro di me e quella quotidianità provo a riviverla cercando di trovare un po’ di familiarità nei ricordi che riaffiorano anche se mi sembra a volte che siano sempre gli stessi come se non ne avessi altri, come se fossero finiti, ma dentro di me so che non è così. Sul cellulare ho ancora i numeri di telefono dell’ufficio di mio papà (a quei tempi in casa avevo solo io il telefonino e da allora ne ho cambiati) e il numero di cellulare di mia mamma. Perché li tengo? Non lo so, ma non riesco a cancellarli, forse li tengo proprio per quella mancanza fisica che provo.
E la mia invidia che difficilmente potrebbe portare mai a un conflitto qual è? In quel mio cellulare muto o in quei numeri che se provassi a chiamare non otterrei alcuna risposta.
6 comments
Dalle8alle5 said:
7 Maggio 2010 alle 08:26
Non è invidia: è elaborazione del lutto. Quando sarà finita, continuerai lo stesso a sentire la mancanza dei tuoi cari, farà sempre male, però riuscirai a conviverci senza esserne straziato come ora.
Non so chi l’ha detto o se è una credenza di qualche popolo, però io ci credo: nel cuore di chi ci ama viviamo per sempre.
Mamma F said:
7 Maggio 2010 alle 08:22
Io so ancora rifare identica la firma di mio papà (uguale a quella delle giustificazioni del liceo.. ehm…) e ogni tanto me la faccio su un foglio…
Soleil / Mamma Oggi Lavora said:
7 Maggio 2010 alle 11:47
ho la fortuna di essere ancora tra le persone “da invidiare”
ma un sentimento simile lo provo verso quelle belle famiglie con fratelli e sorelle che si aiutano mutualmente, che condividono gioie e problemi.
Se i miei genitori escono di scena saro’ sola. Punto.
Ruben said:
7 Maggio 2010 alle 13:30
@Mamma F
non sono mai riuscito a rifarla la firma di mio papà e ai tempi del liceo mi avrebbe fatto comodo!
@D8a5
Non so quando finirà, ma forse dentro di me non lo voglio nemmeno
@Soleil
Spero che il to Punto arrivi il più tardi possibile.
Maggie said:
9 Maggio 2010 alle 01:01
…io non penso sia invidia ma malinconia e nostalgia…
se io soffro per la lontananza geografica dalla mia famiglia posso microscopicamente immaginare quello che vivi tu.
però quando é morto mio papà mi é successa la stessa cosa con i numeri di telefono…irrazionalmente pensi che dietro a quel numero, cosí rassicurante un tempo, possa rispondere qualcuno…
penso non si possa dire nient’altro…
latuanonna said:
14 Maggio 2010 alle 22:48
Mi hai commossa