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calcio, Gare, incidente, Indianapolis, morte, motociclismo, passione, Peter Lenz, sport, sport estremi
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La domanda rivolta alla mamma è nata in modo semplice, quasi banale, superando una macchina che trasportava sul tettuccio un kart: “Se Edo cresce con la passione dei motori? Se vuole fare il pilota, magari di moto, come ci comporteremmo?”. La mamma non si è scomposta (conoscendola mi sarei aspettato: “MA SEI MATTO, DEVE PASSARE SUL MIO CADAVERE!!!”) affermando sicura che questo tipo di passione nasce se ci vivi in quel mondo, altrimenti è difficile! In effetti è così, sono sport che richiedono condizioni particolari e passioni forti che nascono fin da piccoli, non è così semplice come prendere sotto braccio un pallone, utilizzare quattro felpe per fare i pali delle porte e con qualche amichetto mettersi a giocare a pallone per ore senza mai fermarsi. Un kart o una mini-moto non te li puoi infilare sotto il braccio e presentarti su una qualsiasi pista di kart e iniziare a correre.
Poi leggo di un ragazzino, un pilota tredicenne morto in un incidente durante una gara sulla pista di Indianapolis, c’è una piccola foto sul sito del corriere (non ho volutamente cercato altre immagini) dove lo si vede sorridente a cavalcioni di una moto. Ci si chiede per quali ragioni un ragazzino debba rischiare la vita anche con il consenso dei genitori. Ambizione? Di chi? Del papà che avrebbe voluto fare il pilota? Del ragazzino? La sua passione è sufficiente a giustificare un rischio del genere?
Leggendo l’articolo e pensando a quel ragazzino mi sono ricordato di quel semplice scambio di battute con la mamma di qualche giorno fa e la domanda è rimasta in sospeso nella mia testa. E poi ho ripensato alle infinite partite di pallone giocate fin da bambino in cortile sognando di diventare un calciatore e sinceramente se passione deve essere spero che sia quella di correre dietro a una palla piuttosto che salire in sella di una moto oppure nell’abitacolo di una macchina!
9 comments
LTfgg said:
31 Agosto 2010 alle 19:14
Ho letto anch’io della notizia e ho pensato la stessa cosa.
Però a volte penso che forse non ci sono altre soluzioni: meglio seguire il proprio figlio in quella pericolosa passione piuttosto che lasciarlo solo e allo sbando (e magari beccarlo a farlo di nascosto!).
Essere genitori credo sia il lavoro più difficile del mondo!
Dani/Hachi said:
31 Agosto 2010 alle 20:54
Le passioni dei figli penso siano incognite piuttosto difficili da assecondare… e penso che dipenda anche molto da quanto uno intende farne una ragione di vita…
Io ho una passione piuttosto forte per la musica e la sfogo ascoltandone tonnellate e cantando in un coro spiritual. Mio fratello invece, supergeniaccio tecnicamente iscritto a medicina, vorrebbe fare del canto la sua professione, e spende un sacco di soldi, energie e tempo in corsi, provini ed esibizioni… con grandi grattacapi dei miei, perchè anche se non rischia la pelle, rischia comunque di buttare al vento un’intelligenza vivace e una carriera bene o male sicura per inseguire un sogno non altrettanto accessibile e sicuro.
Penso però che l’appunto della mamma sia giustissimo… sicuramente avvicinarlo a più alternative (sportive e non) potrebbe aiutarvi a tenere un po’ più sotto controllo il range di passioni a cui votarsi!!
Mamma F said:
31 Agosto 2010 alle 22:18
Ah le passioni! Assecondarle, sissì, ma anche indirizzarle fin da subito no? I giusti compromessi spero (anche per me, fortemente) che consentano di giocare a pallone per pomeriggi interi ed entusiasmarsi tra il pubblico dei kart…
Dalle8alle5 said:
1 Settembre 2010 alle 09:41
Un bambino può appassionarsi di sua sponte a cose semplici, tipo un pallone.
Altre passioni – come quella dei motori – sono indotte/stimolate dai genitori.
Ruben said:
1 Settembre 2010 alle 11:46
@LTfgg
Vero, difficile ma anche bellissimo!
@Dani
Hai ragione , le passioni non sono solo quelle sportive, magari si rinchiude in box e martella la batteria come il migliore o peggiore dei batteristi heavy-metal!!! 🙂
@Mamma F
Bisogna trovare il giusto compromesso, ma com’é che la vita alla fine è sempre un compromesso?
@D8a5
A me bastava un pallone per rendermi felice, con Edo lo scopriremo!
Piccolalory said:
1 Settembre 2010 alle 15:35
Che dirti? Qui la passione per i motori c’è e già Leti adora le “brumbrumba” e sa accendere la moto di papà… però non si parla di gare, di agonismo o cose del genere… al massimo di qualche giro col papà quando sarà grande… e la moto l’avrà, se la vorrà, quando potrà permettersela!
Penso che in ogni passione si nasconda un pericolo, come in ogni aspetto della vita… a noi genitori sta il difficilissimo compito di trasmettere valori di prudenza e di equilibrio che vanno al di là delle singole situazioni per diventare uno stile di vita… Mamma mia :-))!
polly said:
1 Settembre 2010 alle 16:05
ma sai ruben…non saprei se era l’ambizione del padre a spingere il bambino a correre (non ho letto cmq niente sul giornale)…certo è che i ragazzini non hanno il senso del pericolo e devono essere guidati dai genitori…a me spaventa anche un quattordicenne in giro in strada con il motorino…detto questo, io avrei tanto voluto andare a cavallo, e mai me lo sono potuta permettere…a volte mi è capitato di mettere le bambine a cavallo e si sono sempre divertite…certo, se il cavallo impazzisce e parte al galoppo, possono cadere e farsi molto, molto male.
a me però, che sono degenerata, inquietano di più le bambine che ballano come le veline o i maschi che giocano a calcio per forza perchè siamo in italia. non parlo di te!!! ma di quelli che si dimenticano che il figlio può avere predisposizioni diverse dalle loro…come quelli che mettono i bambini sui go kart perchè è una cosa virile (???)..
Mamma non basta said:
1 Settembre 2010 alle 22:08
Purtroppo mio figlio di pallone non ne vuole proprio sentir parlare. Io credo che rientri nei compiti di un genitore aiutare i bambini a scoprire e a coltivare le loro passioni, per quanto difficile o scomodo possa essere per noi.
latuanonna said:
14 Settembre 2010 alle 14:14
Meglio il pallone, meglio nuoto, meglio ballo, pesca, meglio qualunque altro sport che non sia pericoloso. In famiglia ho sempre lottato con tutte le mie forze, ma la moto no non è mai entrata in casa mia.
So di essere una vecchia nonna, ma la vita è troppo preziosa per metterla a rischio, scusa se mi permetto di dare sfogo al mio pensiero.