Ambiente raffinato senza risultare snob dai colori tenui, fatto di tavoli preparati con cura e con la cura dei particolari compreso il lume di candela che non dava fastidio, un’accoglienza d’altri tempi con i cappotti affidati nelle mani del giovane cameriere e riposti nell’armadio, la conoscenza dello chef Remo, della sua voglia di farci entrare nello spirito della sua idea di cucina che cerca di adattarsi a tutti ai clienti ma senza per questo perdere la sua originalità e il suo desiderio di stupire a iniziare dal menù che non c’è, bisogna avere fiducia e affidarsi alle mani sapienti dello chef che ha saputo conquistarci e deliziarci dall’antipasto al dolce.
Siamo stati così conquistati che anche la mamma si è fidata e si è gustata la nostra cena al lume di candela a base di pesce a iniziare dal carpaccio di tonno e aceto balsamico con sale grosso dell’Atlantico, alla deliziosa zuppa di cozze di Arborea e ceci francesi piccoli con pomodori Pachino, come non ricordare gli spaghetti a base di ricci finendo con una spigola al forno su un letto di pane (così particolare da non ricordare il nome) e germogli di soia. Ci sarebbe da ricordare anche il dolce e l’ammazza caffè “Brodo di giuggiole”, ma mi fermo qui.
Non bisogna avere fretta, tutti i piatti sono preparati al momento, anche se noi un po’ di fretta ce l’avevamo, dovevamo recuperare il nostro campione dai nonni che quando ci ha visto ha esclamato: “andiamo a casa a fare la pappa?” (povero cucciolo era un po’ sfasato con gli orari!)
La scelta per festeggiare il compleanno della mamma alla fine è stata ottima e se siete in zona, fateci un salto, Il Vicolo merita davvero!
Da leggere ascoltando Mario Biondi in “Love Dreamer”
2 comments
24 Febbraio 2011 alle 09:07
Adoro il pesce.
Non mi piace invece non sapere cosa mi arriverà nel piatto. In un posto del genere il povero cameriere l’avrei interrogato come neanche il KGB.
24 Febbraio 2011 alle 09:38
mannò, in una serata come questa non si può avere fretta! 🙂