Il calcio mi ha dato tanto, mi ha permesso di vivere lo sport come gruppo, come gioco di squadra in cui non c’è mai un solo vincitore e soprattutto non c’è mai un solo perdente: si vince e si perde tutti insieme. Da giocatore.
A tutti i ragazzi che ho allenato dicevo sempre che dovevamo comportarci come un orologio, ognuno di noi è un componente dell’ingranaggio delicato di un orologio, se tutti riusciamo a dare il massimo pensando di essere importanti ma non fondamentali, saremmo riusciti ad ottenere sempre il miglior risultato. Da allenatore.
Ho avuto la fortuna di conoscere tanti ragazzi, alcuni li porto ancora dentro di me, altri sono passati e rimasti indifferenti, molti mi hanno anche insegnato qualcosa, abbiamo condiviso campi in erba e campacci in terra battuta, spogliatoi, alcuni maleodoranti altri fin troppo raffinati, discussioni, urla, abbiamo gioito e alcune volte pianto, ma soprattutto ci siamo divertiti tanto.
Ciao Mattia, ragazzo fuori dal normale, scontroso, ribelle (mai con me), ma anche generoso e altruista.
5 comments
Silvia said:
6 Ottobre 2011 alle 11:48
Lo zio di M., più di 80anni, ha allenato in Bovisa. Ne ricorda ancora molti. E’ un po’ svanito, ma se va al parco e c’è un bambino con la palla, stai sicuro che si mettono a giocare.
(ciao Mattia e tutti quelli come te)
Lucia said:
6 Ottobre 2011 alle 11:49
che tristezza una vita spezzata…
Dalle8alle5 said:
6 Ottobre 2011 alle 11:50
La passione chiama passione.
adomamma said:
6 Ottobre 2011 alle 12:24
🙁
però sì, lo sport di squadra è meraviglioso.
kriegio said:
7 Ottobre 2011 alle 14:48
Un altro angelo volato in cielo …
27 anni … che destino …