Da quando è successo ho in mente un’immagine, l’immagine di un ragazzo che rispetto ai suoi coetanei ricorderà sempre il nome di un giovane calciatore morto su un campo correndo dietro a una palla e inseguendo il suo sogno. E lo ricorderà perché associato alla sua prima volta allo stadio a vedere una partita di calcio.

Sabato (14.04.12) eravamo tutti emozionati e contenti di essere già dentro S.Siro, tutto era filato liscio, evitata la pioggia incombente e biglietto ritirato senza nemmeno fare coda, la prima volta di Edo allo stadio, non so dire chi dei due fosse più emozionato, ammetto di aver sempre pensato a questa prima volta da quando ho saputo che aspettavamo un maschietto incrociando questo sogno con i miei ricordi di bambino a S.Siro con mio papà. Eravamo appoggiati alla balaustra a guardare il riscaldamento dei giocatori del Milan e le domande erano subito iniziate a raffica. Poi all’improvviso l’annuncio dell’altoparlante, la partita era annullata, un tragico evento si intrecciava con la prima volta di Edo allo stadio. Ammetto in quel momento la mia delusione, un attimo ma c’è stato.

E adesso come spiego a un bambino di 4 anni che ce ne dobbiamo tornare a casa senza vedere la partita? Non sapevo bene come e cosa dire e alla fine ho deciso per la semplice verità: sinceramente non credo abbia compreso fino in fondo quanto successo, ma in ogni caso ho cercato di non inventare nulla. La delusione nei sui occhi c’era e per questo abbiamo deciso di riprovarci prima della giornata di recupero e così Domenica eravamo nuovamente allo stadio (ma questa è un altra storia). La storia di questo post invece è la storia di uno strano incrocio del destino.

Da leggere ascoltando Mario Venuti in “Quello che ci manca”